Crescita post traumatica

Autolesionismo

 

Potresti mai immaginarti di farti deliberatamente del male? Di prendere un coltello o una forbice e tagliarti sul braccio finchè non esce il sangue? Sono sicura che alcune persone non potrebbero neanche immaginare di fare una cosa del genere al proprio corpo. Eppure ci sono molti giovani, che lo fanno, che si fanno del male volontariamente.

In questo video articolo ti spiegherò perché si pratica autolesionismo e chi sono i giovani che lo fanno.

Perché si pratica l’autolesionismo?

Molto spesso ci si sofferma sul “comportamento di autolesionismo”, senza capire cosa c’è dietro a questo. Dietro c’è tanto dolore.

L’obiettivo di chi pratica (dell’) autolesionismo non è togliersi la vita, ma farsi del male per vari motivi.

Spesso ci si fa del male per provare un pò di sollievo dalla propria sofferenza interiore. Questo perché il dolore fisico è più sopportabile rispetto a quello emotivo.

Altre volte ci si fa del male per punirsi (punizione) perché ci si sente, sbagliati, inadeguati o non degni di ricevere affetto e amore.

Altre ancora per avere il controllo sul proprio corpo, soprattutto quando sembra di non avere più il controllo sulla propria vita.

Al di là dei motivi, tagliarsi è un comportamento che funge da regolatore emotivo. Perché viene utilizzato per alleviare momentaneamente quel dolore e dare un po’ di sollievo. Ed è un comportamento che con il tempo può diventare sempre più automatico.

Chi sono i giovani che praticano autolesionismo?

Spesso si tratta di ragazzi che non si sentono né visti né capiti dalle persone per loro importanti. Tagliarsi è un modo per rendere visibile il proprio disagio, a se stessi e agli altri. Solitamente si arriva all’autolesionismo quando altre modalità di comunicazione non hanno funzionato. Oppure quando altri tentativi di richiesta di aiuto, non sono stati colti.

Non è corretto dire che questi comportamenti servono ad attirare l’attenzione dell’altro, ma possiamo dire che tagliarsi può essere l’unico modo che ha la persona per comunicare il proprio dolore e per chiedere aiuto.

Cosa fare quando un giovane pratica autolesionismo?

L’autolesionismo è una pratica pericolosa! C’è sempre il pericolo di “andare oltre” e “sbagliare il tiro”.

Questo comportamento spaventa molto genitori e familiari. Con il risultato che spesso non se ne parla perché non si sa come affrontarlo o si ha paura di peggiorare la situazione. Ma i ragazzi tagliandosi, ci fanno capire che per loro è proprio importante che se ne parli. E che forse, se si è arrivati a questo, è proprio perché è mancata una buona comunicazione.

Se sei un genitore o un familiare di un giovane che pratica autolesionismo, prova a parlargli e a comprendere il suo dolore. Non giudicarlo e prova a capire per quale motivo lo fa. Infine visto che l’autolesionismo è un comportamento molto pericoloso, aiuta chi lo mette in atto, ad accedere a servizi di cura specialistici. Uno specialista può aiutare il giovane che pratica autolesionismo ad affrontare le sue emozioni in maniera differente e a far sì che non si tagli più.

 

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